Oggi la coltivazione e la produzione del vino è portata avanti da un gruppo di aziende, quasi tutte associate nel Consorzio di Tutela del Vino Doc San Colombano, che si sono attrezzate e organizzate puntando sulla qualità presentando i loro vini per buona parte in bottiglia, vini fermi, frizzanti, invecchiati in botti di legno o piccoli carati, vini spumanti, anche del metodo classico, segno della professionalità raggiunta. Alcune aziende, per motivi strutturali e organizzativi, cessata o ridotta la trasformazione, continuano la loro attività come produttori di uve che cedono alle aziende più grandi.
Accanto a queste aziende, molti piccoli appassionati vignaioli, pur avendo scelto un’attività diversa da quella dei loro padri, continuano la coltivazione di piccoli vigneti ereditati o acquistati e producono vini per un consumo famigliare.
La ricerca della qualità ha portato negli ultimi decenni, a mantenere a vigneto le zone più predisposte, soprattutto quelle a sud, ed all’abbandono di alcune zone collinari che per caratteristiche, esposizione, eccessive pendenze, sono meno vocate e sono diventate aree a verde, prati o boschi spontanei di robinia.
Il Consorzio di tutela del Vino Doc San Colombano e le sue aziende sono stati parte importante per l’istituzione, nell’aprile 2001, della “Strada del vino di San Colombano e dei sapori lodigiani”. L’itinerario parte da Milano e, toccando Chiaravalle, Sant’Angelo Lodigiano, il Plis della Collina di San Colombano e le sue cantine, giunge alla fine a Lodi. Esso attraversa un territorio dove insigni monumenti, ristoranti tipici, enoteche, cantine, ville storiche allietano il visitatore.