Il Distretto Agroalimentare della Collina di San Colombano
Il Distretto Agroalimentare della Collina di San Colombano
Il distretto del cibo del territorio di San Colombano si presenta come un nuovo strumento a supporto degli imprenditori agricoli locali intenzionati a valorizzare il proprio prodotto in rete con le imprese agro-alimentari dell’area, gli operatori dell’accoglienza diffusa sul territorio e altri soggetti pubblici e privati intenzionati a dare impulso al turismo di prossimità per potenziare l’economia locale, dandosi obiettivi comuni e attuando azioni condivise anche attraverso l’attrazione di nuovi fondi e finanziamenti.
Pertanto il distretto del cibo è un progetto economico-territoriale che nasce dalla volontà di cinque Comuni (San Colombano Al Lambro come capofila, Miradolo Terme, Graffignana, Inverno e Monteleone, Sant’Angelo Lodigiano) a cavallo tra due province (Lodi e Pavia) e una città metropolitana (Milano, rappresentata dall’exclave di San Colombano al Lambro). Il territorio del distretto si identifica inoltre dalla presenza di un ente sovracomunale identificato nel PLIS Parco della collina di San Colombano che dal punto vista geografico, paesaggistico e naturalistico rappresenta il soggetto aggregatore degli obiettivi e delle strategie intercomunali e di scala vasta, nonché anch’esso promotore del distretto.
E’ proprio la collina l’emblema di tutto il distretto del cibo per questo territorio, la collina è:
- Spazio di produzione del principale prodotto del territorio, ovvero il vino;
- Sistema paesaggistico unico nel suo intorno territoriale,
- Elemento di naturalità e di attrazione turistica delle aree urbanizzate più prossime (a cavallo tra due province e una città metropolitana).
Finalità generali e obiettivi specifici
Al fine di condividere con le aziende agricole e non agricole intenzionate a diventare i futuri soggetti aderenti al distretto si indica il principale macro obiettivo in:
Valorizzare e promuovere il territorio della collina sia dal punto di vista dei prodotti agricoli che della sua capacità di accoglienza e ricettività, favorendo il turismo enogastronomico di prossimità ai centri urbani di Lodi, Pavia, Milano e Piacenza.
Ne deriva che gli obiettivi specifici riguarderanno:
- Valorizzare la storia viticola millenaria della collina nei suoi aspetti territoriali, paesaggisti, ambientali ed economici;
- Diffondere la cultura e la tradizione del territorio del distretto: borghi, castelli, musei, acque termali.
- Promuovere la pluralità dei prodotti agricoli, non solo vitivinicoli ma anche legati alla produzione frutta e ortaggi, miele, prodotti caseari.
- Preservare il territorio e il paesaggio del colle di San Colombano, unico nel suo genere nel mezzo della pianura Padana, caratterizzato da percorsi naturalistici tra frutteti e vigneti.
Le Cantine
Azienda Agricola Bossi Stefano
Via IV Novembre, 14, 20078 S. Colombano al Lambro
Tel: 0371-897061
Azienda Agricola Nettare dei Santi di Gianenrico Riccardi
Via della Capra, 17 – 20078 S. Colombano al Lambro
Tel: 0371-200523- Fax: 0371-897381
Azienda Agricola Panigada Antonio
Vino Banino
Via Vittoria, 9, 20078 S. Colombano al Lambro
Tel: 0371-89103
Azienda Agricola Angelo Panizzari
Via Madonna dei Monti, 39 20078 S. Colombano al Lambro
Tel: 0371-897613 – Fax: 0371-898966
Email: info@panizzariwine.it
Web: panizzari.com
Azienda Agricola Poderi di San Pietro S.r.l.
Via Steffenini 2/6, 20078
S. Colombano al Lambro
Tel: 0371-208084
Email: info@poderidisanpietro.it
Web: poderidisanpietro.it
Az. Agricola Guglielmini Giuseppe
Via del Nerone, 9 – 27010 Miradolo Terme (PV)
Tel. e Fax: 0382 77183
Azienda Agricola Zocchi Giovanni
Valle Bussolina,19 – 27010 Miradolo Terme (PV)
Tel: 0382 75203 – Fax: 0382 754012
Azienda Agricola Aurora Andronio
Via Baratti, 17 – 27010 Miradolo Terme (PV)
Tel. e Fax: 0382 75342
Azienda Agricola Lunghi Marianna
Via Giotto, 6, 20078, San Colombano Al Lambro, Milano
Aziende Agricole
Bionature di Giovanni Locatelli
Perazzo Silvia “Podere Maria”
Agma Rota
VIA SFORZA, 19, 20078
San Colombano Al Lambro
“Al Campo” di Fabris Massimo
Il Vignolo Fiorito si Zanardi Francesco
Agriturismi e ristoranti
Agriturismo Cascina San Bruno
Loc., San Bruno 20078
S. Colombano al Lambro
Tel: 334 3002402
Email: info@bedandbreakfastsanbruno.it
Web: https://bedandbreakfastsanbruno.it/
Agriturismo La Contea
Strada Vecchia Comunale, 26813
Graffignana LO
Tel: 3930446531
Email: agri@laconteadelvignolofiorito.it
Web: laconteadelvignolofiorito.it
Agriturismo La Luna
SP 123 Marudo Lo
Tel: 3453691538
Email: info@agriturismoluna.it
Web: www.agriturismoluna.it
Cascina Cortesa
Ristorante case vacanze
26913 Graffignana (Lodi)
Email: info@cascinacortesa.it
Web: cascinacortesa.it
Pizzeria Ristorante il Crocchio
Corso Mazzini 20078
S. Colombano al Lambro MI
Tel: 0371 89453 Cell: 331 77 81 121
Email: luca.crocchio@icloud.com
Facebook: Il Crocchio
Attività Commerciali
Antico Forno Segalini
Via Emilio Azzi, 38
San Colombano al Lambro MI
Tel: 0371 89129
Email: forno.segalini@tin.it
Facebook: Forno Segalini
Il Mio Paradiso di Pedrazzini Sandro
Negozio per Animali
Strada Statale 234 Mantovana, 234
20078 San Colombano al Lambro (MI)
Tel: 0371 200585
Salumificio Bertoletti
Via delle Boschine, 6 – 26813 Graffignana (LO)
Tel. +39 0371 88846
Email: ordini@salumificiobertoletti.com
Web: www.salumificiobertoletti.com
Terme di Miradolo
P.le Terme 7 – 27010 Miradolo Terme
Tel: 0382 77012
Email: info@termedimiradolo.it
Web: termedimiradolo.it
Il Consorzio
Oggi la coltivazione e la produzione del vino è portata avanti da un gruppo di aziende, quasi tutte associate nel Consorzio di Tutela del Vino Doc San Colombano, che si sono attrezzate e organizzate puntando sulla qualità presentando i loro vini per buona parte in bottiglia, vini fermi, frizzanti, invecchiati in botti di legno o piccoli carati, vini spumanti, anche del metodo classico, segno della professionalità raggiunta. Alcune aziende, per motivi strutturali e organizzativi, cessata o ridotta la trasformazione, continuano la loro attività come produttori di uve che cedono alle aziende più grandi.
Accanto a queste aziende, molti piccoli appassionati vignaioli, pur avendo scelto un’attività diversa da quella dei loro padri, continuano la coltivazione di piccoli vigneti ereditati o acquistati e producono vini per un consumo famigliare.
La ricerca della qualità ha portato negli ultimi decenni, a mantenere a vigneto le zone più predisposte, soprattutto quelle a sud, ed all’abbandono di alcune zone collinari che per caratteristiche, esposizione, eccessive pendenze, sono meno vocate e sono diventate aree a verde, prati o boschi spontanei di robinia.
Il Consorzio di tutela del Vino Doc San Colombano e le sue aziende sono stati parte importante per l’istituzione, nell’aprile 2001, della “Strada del vino di San Colombano e dei sapori lodigiani”. L’itinerario parte da Milano e, toccando Chiaravalle, Sant’Angelo Lodigiano, il Plis della Collina di San Colombano e le sue cantine, giunge alla fine a Lodi. Esso attraversa un territorio dove insigni monumenti, ristoranti tipici, enoteche, cantine, ville storiche allietano il visitatore.
I Vini
Frutta e ortaggi
La coltivazione di alcuni frutti e ortaggi, ciliegi, fichi e piselli, che servivano per integrare il reddito delle molte famiglie contadine fino ad una quarantina di anni fa, oggi è portata avanti da alcuni appassionati piccoli produttori; hanno puntato soprattutto sulla valorizzazione del ciliegio, con la creazione di piccoli ciliegeti; sono coltivate anche viti per uva da tavola, da mensa, albicocchi, susini, meli, i cui frutti nel periodo della raccolta, nei mesi da maggio a settembre, è possibile acquistare direttamente in collina.
I fichi rimasti sono nelle capezzagne di alcuni vigneti o su alcuni terreni non più coltivati; vengono raccolti per un autoconsumo e non più commercializzati, come i piselli la cui coltivazione è limitata all’uso famigliare.
I produttori:
- Mario Giuseppe Steffenini
- I Germogli
- Perazzo
- Produttori di frutta e ortaggi degli altri comuni
Le acque termali
Un ipotesi sull’origine della Collina di San Colombano del prof. Tarameli dell’Università di Pavia, di fine 1800, inizio 1900, afferma che siano di origine vulcanica, frutto di un sommovimento tellurico, che avrebbe portato a fior di terra un antichissimo fondo di mare, che giustifica la preziosa presenza di elementi a fonti di acqua salata in una valle della Collina nel Comune di Miradolo, dove oggi sono le Terme di Miradolo, e in una piana ai piedi della collina, verso il fiume Lambro dove erano sorte le Fonti Minerali Gerette di San Colombano.
La prima consacrazione scientifica della fonte di Miradolo detta “Le Saline”, avvenne nel 1758 per opera del canonico Serafino Volta, chimico, fratello del più celebre Alessandro, che abitò nel paese vicino di Inverno. Serafino Volta dopo averla analizzata e esperimentata con una relazione fatta all’Accademia di Scienze e Lettere di Milano concludeva sostenendo che l’acqua delle Saline di Miradolo “era interamente antisettica, corroborante, disostruente, esternamente efficace nelle ulceri ed in diversi mali cutanei”.
Ancor prima che quest’acqua avesse la sua consacrazione scientifica, per puro e cieco empirismo, le fonti di acqua salata di Miradolo avevano fatto nascere una così salda fiducia nelle virtù curative di tali acque che ad esse ricorrevano come ad un rimedio infallibile molti cittadini dei paesi vicini di Monteleone, San Colombano, S. Angelo, Chignolo Po, Belgioioso, ma anche da paesi prossimi a Lodi e Casalpusterlengo.
Nei primi anni del 1900 iniziò la sfruttamento di queste fonti di acqua salata, e iniziò la costruzione di un centro termale che prese il nome di “Terme di Miradolo”. Qualche decennio dopo furono aperte anche le Fonti Minerali Gerette di San Colombano.
I piatti della tradizione contadina
La cucina, l’alimentazione delle famiglie contadine è sempre stata legata ai prodotti della terra e ai piccoli animali allevati: galline, oche, conigli; è quindi una cucina legata alle stagioni, alla raccolta dei frutti, degli ortaggi e una cucina che si basava molto sulla coltivazione del granoturco o di alcuni legumi, fagioli in modo particolare, che fatti essiccare si potevano conservare e usare tutto l’anno. Il granoturco coltivato era adatto ad essere macinato per ottenere farina gialla per la polenta; importanti per la trasformazione, per la macinatura erano i mulini ad acqua, che usavano per il loro funzionamento il dislivello di alcune rogge, numerose attorno al Plis. La parte meno pregiata della farina di granoturco era importante alimento per alcuni animale da cortile, galline, oche, o per chi poteva permetterselo, per il maiale.
I piatti tipici delle famiglie contadine erano: pasta fatta in casa con i fagioli, la minestra con le verze, il risotto con i piselli, con la zucca, la frittata rogrosa (fatta con avanzi di carne), la frittata con le urtise, con i pomodori, la frittata con le rane, il bollito usando le parti più povere del bovino, servito con una salsa verde fatta con il prezzemolo, la buseca, una zuppa di castagne secche, il palton, una torta di patate, la gallina lessa con il ripieno, el rogò, pollo in umido con le verdure, la polenta con il coniglio arrosto, con lo spezzatico fatto con tanta verdura e poca carne, la casseola, le rape rosse in insalata, le conserve sotto aceto con i peperoni e cetrioli, l’aceto di vino non mancava, i salumi fatti in casa, quando la macellazione veniva fatta nei cortile e nelle case di chi poteva allevare il maiale, le crostate con la marmellata di frutta di ciliegie, di fichi, il pane con l’uvetta.
La cucina degli Agriturismi, delle Trattorie e dei Ristoranti in parte è ancora legata alle ricette della tradizione contadina, segue le stagioni, con piccole rassegne per promuovere od esaltare le peculiarità del territorio.